
“Per un cambiamento rivoluzionario bisognerebbe focalizzare l’attenzione non solo sulle situazioni che ci opprimono e dalle quali cerchiamo di scappare, ma anche su quel pezzetto dell’oppressore che è ben impiantato dentro di noi”
Chi sono
Sono una Medica Chirurga con specializzazione in Medicina di Famiglia e sono una Psicoterapeuta Sistemico Relazionale; ho proseguito poi la mia formazione con un Master in Sessuologia Clinica tipica e atipica.
Mi sono laureata nel 2009 all’Università Alma Mater Studiorum di Bologna, e dopo la formazione in Medicina di Famiglia, mi sono specializzata in psicoterapia ad orientamento sistemico relazionale presso la Scuola di Psicoterapia Sistemico Dialogica di Bergamo.
Ho proseguito la formazione con un Master in Sessuologia Tipica e Atipica per occuparmi a pieno di sessualità anche nelle sue dimensioni non convenzionali, atipiche, kinky, BDSM, così come di esplorare i modi di percepire la propria identità, il proprio genere e il proprio modo di relazionarsi con gli/le altrə con un'attenzione all'ombrello LGBTQIA+ e alle relazioni poliamorose.
Mi occupo di supporto psicologico e psicoterapie per singolə, coppie, famiglie e nuclei sotto ogni tipo di sfumatura e di tutte le possibili relazioni che li interconnettono. Nelle terapie sistemiche, infatti, le protagoniste sono le relazioni significative per la vita dei/delle pazienti ma anche il dialogo interno con loro stessə.
Un’importante parte del mio percorso è stato dedicato alla ricerca in salute mentale, ai diritti umani nel campo della salute, e alle disuguaglianze socio-economico-culturali e il loro impatto sulla salute. Mi sono occupata di tortura e trauma in particolare nel contesto israelo-palestinese.
Mi definisco una terapeuta femminista intersezionale perché penso che l’approccio femminista possa essere un modo per guardare e approcciare le persone anche in terapia. L’intersezionalità mi permette di indagare la complessità e i fattori sociali-economici-culturali che contribuiscono alla salute e al disagio psichico. Lo spazio terapuetico è per me quindi anche uno spazio politico.